Super e iper eroi della precedente manovra finanziaria si trasformano. Non è la trama di un nuovo film della Marvel, ma si tratta della legge di Bilancio 2020 che dovrebbe portare con sé diverse novità in merito alla manovra Industria 4.0.
Infatti la nuova finanziaria, se approvata, prevederà la trasformazione di super e iperammortamento in crediti di imposta. Dunque per le aziende investire porterà benefici fiscali differenti rispetto agli anni precedenti, per certi versi anche più convenienti.
La nuova versione degli incentivi prevede la maturazione di un credito di imposta compensabile. Ma vediamo come si dovrebbero calcolare i nuovi benefici fiscali.
La misura del credito di imposta (in termini di Ires risparmiata) sarà a intensità variabile ed è calcolabile in base ai beni oggetto dell’investimento:
- 40% o 20% del costo, in base all’importo dell’investimento, per gli investimenti materiali Industria 4.0;
- 15% del costo, per gli investimenti in servizi e software digitali;
- 6% per gli investimenti in beni diversi dai precedenti.
Il tetto massimo di investimenti agevolabili per Industria 4.0 sarà di 10 milioni e il termine della coda temporale per gli investimenti prenotati nel 2020 si fisserà al 30/06/2021.
Un’altra buona notizia riguarda la ripartizione temporale
La ripartizione temporale del credito di imposta è infatti migliorativa rispetto al super e all’iperammortamento precedenti. L’importo spettante si può compensare in F24 in 5 quote annuali (contro un periodo che in genere andava da 6 a 8 anni), ridotte a 3 per investimenti in software. Il credito d’imposta riguarda gli investimenti effettuati nel 2020, con coda al 30/06/2021 in presenza di ordini e acconti del 20% entro fine 2020.
Chi ordinerà i beni con l’acconto del 20% entro la fine del 2019, però, continuerà ad usufruire, per gli investimenti effettuati nel primo semestre (superammortamento del 30%) o nell’intero anno 2020 (iper a scaglioni), delle normative attualmente in vigore.
Cosa serve
Per ottenere il credito d’imposta occorre un’idonea documentazione, a partire dalle fatture dei fornitori che dovranno contenere un richiamo alla legge agevolativa. Per i beni 4.0, inoltre, è necessaria una perizia di un tecnico che certifichi la conformità dei beni a quella 4.0. La perizia può essere sostituita da un’autocertificazione se il costo unitario non supera 300 mila euro. Occorre, infine, una comunicazione al Mise.
Perché le agevolazioni sono rivolte proprio alle industrie 4.0?
Il settore del manifacturing offre già di per sé un’estesa gamma di tecnologie capaci di implementare i sistemi produttivi. L’industria ha vissuto e sta vivendo tuttora un’evoluzione innovativa non indifferente, che sta modificando l’approccio di lavorazione dei prodotti.
Le tecnologie dell’industria 4.0 in maggior ascesa sono i big data, l’automazione e la robotizzazione dei processi produttivi e l’integrazione dell’Internet of Things. Questi elementi innovativi danno vita ad una raccolta di informazioni e attività che accelerano e agevolano la produzione, ottimizzando anche l’impiego delle risorse umane.
L’industria del nuovo millennio necessita però di supporto sia economico sia sociale. Adoperare un’altissima tecnologia in grado di tutelare l’ambiente e migliorare la produttività di un’impresa è tutt’altro che facile. Ecco perché le industrie 4.0 possono godere delle agevolazioni stabilite dalla Legge di Bilancio 2020.
Gli incentivi motivano e supportano tutte quelle industrie e quei settori che scelgono di acquisire tecnologie o strumentazioni che riducano i consumi energetici nocivi.
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